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La modalità con la quale si entra in un contesto e si osserva ciò che ci circonda (observation), determina la nostra capacità di fare le domande (questioning). In una cultura che privilegia il “dire” rispetto al “domandare”, la prima cosa da conquistare oggi è l’attenzione. Coltivare il questioning e l’observation è fondamentale per ogni persona che abita un’organizzazione: imprenditori, manager, collaboratori.

L’AUTOREVOLEZZA DELLE DOMANDE

Il questioning è spesso chiamato “arte” perché un uso sistematico del “domandare” consente di affrontare conflitti interni ed esterni, di rendere sinergiche le informazioni che tendono sempre più alla frammentazione, di snellire i processi. Inoltre, saper fare domande significa lavorare sulla propria capacità di intercettare il bisogno del cliente, sia interno che esterno. Ma le domande sono efficaci quando sono chiari gli obiettivi e i risultati che si vogliono raggiungere. Per questo motivo, esercitare la capacità di fare domande è un allenamento strategico anche per essere centrati sulla Mission della propria organizzazione. Inoltre, stimolare e ascoltare le domande di colleghi e collaboratori, aiuta a chiarire i propri obiettivi e la fattibilità delle azioni, in sintesi, migliorare il proprio lavoro.

OSSERVARE PER SCOPRIRE IL NUOVO SENTRO L’OVVIO

L’altra grande competenza connessa al questioning, è l’observation, ovvero la capacità di osservare.

Curare l’osservazione favorisce la scoperta di quello che “pensavamo già di sapere”, imparando a leggere i segnali deboli, ampliando la visione fino a comprendere l’influenza del contesto sulla relazione con l’interlocutore, prendere in considerazione un altro punto di vista e ristabilire perciò la fiducia reciproca.

Rafforzare la capacità d’osservazione aiuta a superare l’assuefazione percettiva che molto spesso caratterizza le relazioni lavorative, segnate da demotivazione e conflittualità.

Il nostro approccio pone al centro l’esperienza dei partecipanti attraverso la condivisione di bisogni, pratiche e competenze. Lavoriamo per attivare un processo di consapevolezza rispetto al ruolo, all’organizzazione e al contesto in cui ci si trova ad operare. La condivisione di significati e pratiche attiva un processo di apprendimento circolare e riflessivo, nel quale il docente assume il ruolo di facilitatore. I partecipanti sono resi protagonisti attraverso confronto, dialogo, domande, giochi d’aula, esercizi individuali e tavoli di lavoro che hanno l’obiettivo di mettere in comune e valorizzare il contributo di tutti. L’evento è anche un’occasione per sperimentare questa modalità di apprendimento e come questa possa attivare dinamiche di cambiamento e sviluppo organizzativo.

Imprenditori, manager, responsabili di Area/Funzione, e tutti coloro che desiderano affinare il proprio stile comunicativo in ambito professionale